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25/02/2014 – Giordano Zambrini al congresso Flai-CGIL di Imola

Il Presidente della Cia di Imola interviene al congresso Flai-Cgil di Imola per parlare di agricoltura

 

Il Presidente della Cia di Imola Giordano Zambrini è intervenuto martedì 18 febbraio al VI congresso della Flai-Cgil di Imola, ulteriore occasione per fare il punto sul settore agricolo.

Durante l’incontro che ha visto la riconferma del segretario generale Liviana Giannotti, sono stati presentati i dati rilevati dall’Osservatorio Flai da dove emerge il calo della percentuale dei lavoratori occupati più di 150 giornate l’anno e aumenta quella relativa alla fascia tra le 50 e le 100 giornate.

Nei comuni del circondario imolese (esclusa Medicina), complessivamente i lavoratori iscritti agli elenchi anagrafici dell’Inps impiegati durante la stagione agricola 2012 sono stati 3.036, in crescita rispetto ai 2.882 del 2011.

Si registra, poi, un lento ritorno degli italiani nel settore, dai 931 del 2010 si è passati ai 980 del 2012.

I numeri dell’occupazione” – ha sottolineato Zambrini nel suo intervento – “sono legati alle produzioni del territorio. C’è stato un abbandono della frutticoltura per la scarsa redditività e per la debole professionalità degli operatori.

Negli ultimi quindici anni il mondo agricolo è stato abbandonato, gli interessi economici si sono spostati verso altri settori. La manodopera italiana, poi, dal 2000 è stata sostituita da quella straniera, istruita, seguita e accolta solo dagli agricoltori. In collaborazione con la Caritas, come Cia di Imola, abbiamo preparato un progetto per inserire i giovani in agricoltura ma solo in parte è riuscito: dei quaranta ragazzi che si sono presentati, sono rimasti solo in otto e metà di essi sono stranieri.

Qualcuno ha evidenziato – ha proseguito Zambrini -come in tema di sicurezza sul lavoro siamo all’anno zero. Questo non è vero. Le associazioni si sono impegnate in questi anni in convegni, incontri, corsi di formazione rivolti alle aziende che si sono sempre adeguate alle normative vigenti.

La difficoltà vera nel mondo agricolo è la stagionalità, non ci sono addetti fissi e questi sono problemi di non facile soluzione come difficile è l’adeguamento particolarmente oneroso dei macchinari in periodo di crisi.

Accolgo invece la proposta di inserire come priorità il parametro della sicurezza nei nuovi progetti di sviluppo del PRS (Programma Regionale di Sviluppo) perché l’infortunio in agricoltura è importante e ricade sulla collettività.

Le aziende agricole, però, hanno bisogno soprattutto di fare reddito. La politica oggi sta rivalutando il settore agroalimentare ma non dimentichiamoci che negli ultimi vent’anni siamo stati la Cenerentola dell’economia e questo certo non ci ha aiutato.

Dal 2003 l’Italia ha perso 600.000 aziende agricole (31%), un migliaio quelle che hanno chiuso nel nostro circondario e non dimentichiamoci che i terreni agricoli sono un interesse per gli investitori.

Abbiamo bisogno di alleati, dei consumatori ma anche dello stesso sindacato per poter intraprendere insieme relazioni serie per dare impulso e una nuova immagine ad un settore che da vent’anni è stato tralasciato dalla politica nazionale.

A livello territoriale la Conferenza economica circondariale convocata nel 2008 aveva prodotto linee di intervento condivise fra istituzioni e Organizzazioni Professionali Agricole che in parte erano riuscite a concretizzarsi. Credo che sia utile dover riprendere quello strumento per iniziare strategie nuove per il nostro territorio”

Zambrini chiudendo il suo intervento ha poi ribadito che “Un altro dato importante da tener presente è la professionalità di chi opera in agricoltura: se si vuol dare slancio al settore, oltre che una programmazione, bisogna creare anche le condizioni professionali per inserire i soggetti all’interno dell’agricoltura.

Non ci si improvvisa agricoltori”.

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