L’appello di Giordano Zambrini: ridare all’agricoltura il giusto valore

Il nostro settore vive, ormai da molti anni, una condizione paradossale: immettiamo sul mercato prodotti di alta qualità, coltivati all’insegna della sostenibilità e questi vengono continuamente “deprezzati”. Una mancata attribuzione di valore che avviene per ragioni spesso speculative o per contingenze economiche e climatiche sfavorevoli. Un esempio è la campagna vitivinicola appena conclusa, un’ottima annata per le nostre uve a livello qualitativo e, dunque, un grande valore potenziale che però s’infrange, ancora una volta, su quotazioni non soddisfacenti. Poi, certo, non si poteva prevedere la pandemia che ha fatto chiudere alcuni sbocchi commerciali importanti, come il canale Ho.re.ca, ha creato troppe scorte e di conseguenza un mercato al ribasso. Ma il punto è sempre quello: le aziende lavorano bene ma fanno un’enorme fatica a fare reddito, a sopravvivere.
Non voglio, però, arroccarmi sul “tutto va male”. Credo che si possa fare molto per ridare valore all’agricoltura come settore trainante dell’economia imolese e al ruolo dell’agricoltore come “custode” del territorio, anche per evitare lo spopolamento delle aree vallive. Alla nuova amministrazione chiediamo di mettere al centro l’agricoltura di qualità e di promuovere una cabina di regia che coinvolga i diversi settori produttivi, per dare vita a un progetto di economico trasversale. C’è un grande bisogno di collaborazione per concretizzare idee innovative e portare i giovani nelle campagne, dando loro una garanzia di reddito. Il mondo agricolo “non è un’isola”, ma ha bisogno di un sistema territoriale forte e unito per guardare al futuro.