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Maltempo: danni incalcolabili

IMOLA, 17 maggio 2023 – Decine di aziende isolate, danni a colture, mezzi, abitazioni rurali incalcolabili in tutto il comprensorio imolese, in particolare dalla pianura alla Vallata dove quel poco che si era salvato dopo il maltempo della scorsa settimana è stato definitivamente compromesso. È questa la fotografia “scattata” da Cia-Agricoltori Italiani Imola che sta raccogliendo, letteralmente 24 ore su 24, le segnalazioni delle aziende agricole. Una situazione che si aggrava di ora in ora non solo a causa delle precipitazioni cadute in poche ore, ma della condizione idraulica e idrogeologica già fortemente compromessa.

“Il primo pensiero oggi va naturalmente ai territori della Romagna che ha subito il danno peggiore e più doloroso, quello della perdita di vite umane, di fronte al quale ogni altro appare sicuramente riduttivo. Però è inevitabile guardare al nostro territorio e qui è altrettanto riduttivo dire che le aziende agricole sono in ginocchio. Impossibile, al momento, fare una stima precisa dei danni che saranno più chiari la prossima settimana, ma certamente sono estesi a tutte le colture: frutticole, vite e seminativi. La situazione al momento è più che emergenziale e servono delle vere e proprie azioni di pronto soccorso e intervento. Non parlo solo delle operazioni, necessarie, di protezione civile ma anche di alcune misure altrettanto essenziali: l’istituzione di un fondo d’emergenza a disposizione delle aziende colpite e la cancellazione immediata degli oneri fiscali e contributivi. Poi, naturalmente, occorre pianificare una vera e propria ristrutturazione per strade e campi coltivati che sono stati e continuano a essere spazzati via da frane e smottamenti e credo che per questo serviranno decenni. In questo momento – continua Arcangeli – tutti devono fare la loro parte, Bruxelles e Roma in primis e a caduta anche la nostra Regione.

Nessuno, di fronte a tale emergenza e alla cancellazione dell’agricoltura di metà Emilia-Romagna, una delle regioni più produttive d’Italia, può voltarsi dall’altra parte e proporre misure palliative. Di fronte a questi scenari, inoltre, si rende sempre più necessario avviare programmazioni colturali a medio e lungo termine per non soccombere di fronte a questo tipo di emergenze. So che oggi è difficile guardare avanti, al futuro della nostra agricoltura e del territorio, ma non possiamo più subire il cambiamento climatico, nascondendoci dietro a parole come calamità ed emergenza: dobbiamo fare tutto il possibile per prevenirlo ed evitare danni catastrofici come quelli che stiamo vivendo”.

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