24/10/2016 – Integrazioni tra territori Cia, nuovi servizi e comunicazione efficace
Cla.Fe.
BOLOGNA – Per Giulio Felicetti, neo direttore della Cia Emilia Romagna, gli uffici di via Bigari sono famigliari: l’ambiente non è a lui sconosciuto, anzi gli anni trascorsi al servizio dell’Organizzazione con più incarichi di responsabilità sono un humus favorevole per un giusto approccio alla direzione della Confederazione regionale.
Si tratta di un mandato, il suo, finalizzato all’accompagnamento della Cia fino al prossimo congresso che si svolgerà indicativamente nella primavera del 2018.
Direttore lei ha sottolineato che una delle priorità del suo mandato sia quella di consolidare rapporti e collaborazione tra le persone che lavorano in Cia “attraverso l’utilizzo di idonee metodologie, strumenti di condivisione ma soprattutto dialogo e rispetto per le persone”. Cioè?
Nel senso che serve implementare il lavoro di squadra tra i collaboratori della Cia, condividendo la mappa delle competenze, strumenti e metodi e procedure supportati dall’uso intelligente e condiviso della tecnologia.
Il ‘sistema’ Cia regionale si sta evolvendo, soprattutto nel rapporto tra le realtà provinciali
Sì, ed è per questo che va rafforzata la consapevolezza delle interdipendenze tra le sedi provinciali, quella regionale e nazionale per dare un impulso concreto al perseguimento delle strategie tracciate negli organi confederali, a testimonianza di un forte segnale di integrazione tra rappresentanza e gestione. Vanno quindi attivati e promossi i processi di integrazione dei territori, al fine di ottenere gli ambiti ottimali descritti nelle strategie confederali nazionali.
Quali sono gli orizzonti temporali per conseguire l’obiettivo?
Beh, riguardo gli ambiti ottimali dei servizi e delle provincie Cia, il presidente Dosi evidenzia come si renda necessario rivedere il termine fissato per la realizzazione delle provincie Cia, spostandolo dal 31 dicembre 2016 a fine 2017, un lasso di tempo che dovrebbe portare a regime il percorso.
Parliamo di servizi: è ipotizzabile progettarne dei nuovi e sempre più al passo con le esigenze delle imprese?
In una ottica di sistema ai progetti che vengono studiati a livello nazionale, vale la pena citare il progetto di commercializzazione dei prodotti agroalimentari utilizzando il portale Amazon, un progetto studiato a livello nazionale partirà in fase sperimentale in occasione delle prossime festività natalizie. È una opportunità in più che viene offerta alle imprese e che va seguita con cura.
Per una associazione agricola la comunicazione interna e rivolta verso l’esterno è importante: ha in serbo qualche proposta?
Innanzitutto è importante omogeneizzare i ‘brand’ del sistema Cia, partendo dal nostro magazine Agrimpresa, senza trascurare i social fino ai format agricoli televisivi, al fine di avere ancora più visibilità tra il mondo agricolo e i cittadini-consumatori.
Giulio Felicetti è il nuovo direttore della Confederazione emiliano romagnola Succede a Vincenzo Amadori chiamato dalla Cia nazionale a seguire il settore del credito Giulio Felicetti, agronomo, è il nuovo direttore della Confederazione emiliano romagnola. Il neo direttore, 59 anni, succede a Vincenzo Amadori, chiamato dalla Cia nazionale a seguire il settore del credito.
Felicetti si è insediato formalmente il 1 ottobre scorso ed ha alle spalle una esperienza maturata all’interno dell’Organizzazione a partire dalla fine degli anni Settanta, quando ancora si chiamava Cic. Dalla mansione di tecnico è poi passato alla formazione professionale ricoprendo il ruolo di direttore del Cipa di Ravenna, curando negli ultimi 6 mesi, per conto del Centro di Formazione professionale di Villa S. Martino, l’area Ricerca e sviluppo.
Nel suo iter professionale ha contribuito alla redazione della prima guida italiana alla qualità dei materiali per la formazione a distanza e dall’aprile 1989 fino al 31 dicembre 97 ha ricoperto il ruolo di direttore della rivista quindicinale della Cia “Il nuovo imprenditore agricolo”.
Felicetti è stato inoltre direttore della Cia di Ravenna dal 2000 al 2003 per poi dirigere a Roma l’associazione Agricoltura è Vita, associazione specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione dell’impianto di formazione continua per i circa 3.000 dipendenti della Confederazione in Italia.