Agea deve rispondere sul contributo per il grano duro
L’agenzia governativa è in forte ritardo sul pagamento dell’aiuto a sostegno delle crisi di mercato e non fornisce risposte esaustive per giustificare la mancata erogazione
Il provvedimento a sostegno della crisi di mercato del grano duro è datato novembre 2016, le domande sono state presentate nel 2017, ma gli agricoltori non hanno ancora ricevuto nulla da Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. A disposizione c’erano circa sette milioni di euro, destinati ai produttori di grano duro di qualità a livello nazionale per compensare, almeno in parte, la costante crisi dei prezzi dei cereali. Cia – Agricoltori Italiani Ferrara denuncia il forte e ingiustificato ritardo nei pagamenti di un aiuto che può diventare un sostegno importante al reddito delle aziende, come spiega Sandra Capozzi, responsabile del CAA (Centro di Assistenza Agricola) dell’associazione.
“Non riusciamo a capire perché Agea, a quasi un anno dallo scadere dei termini per la presentazione delle domande, ancora non fornisce informazioni sull’iter dell’istruttoria e risposte chiare sull’erogazione di questi aiuti destinati a tutte le aziende che hanno inserito il grano duro nel loro piano colturale 2016-2017. Si tratta di un contributo “De minimis”, che prevede un massimo di 100 euro per ogni ettaro di grano duro coltivato, quindi non cifre enormi, ma significative vista la crisi del settore cerealicolo. Alle aziende che volevano ricevere l’aiuto veniva chiesto, inoltre, di aderire a un contratto di filiera della durata di tre anni, quindi erano vincolate al conferimento di un certo quantitativo di prodotto alla stessa struttura. Questo – continua la Capozzi – doveva garantire una certa qualità del grano duro prodotto in Italia e sicuramente l’intento era positivo, ma le aziende agricole hanno sottoscritto un vincolo e preso un impegno a livello di produzione senza vedere arrivare nessun contributo”.
Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara, parla di: “Una situazione di stallo inconcepibile che mostra tutti i problemi di questo sistema di erogazione dei contributi.”
“Per l’ennesima volta – continua il presidente Cia – ci sono dei forti ritardi nel dare agli agricoltori quello che gli spetta e le aziende sono nuovamente in ostaggio di un sistema dove la burocrazia blocca ogni forma di sviluppo e di crescita del settore. Manca ormai totalmente la fiducia in quegli enti che, invece, dovrebbero tutelare e sostenere l’agricoltura italiana. Non è possibile che le aziende agricole debbano arrivare a indebitarsi per superare le sempre più frequenti crisi di mercato o affrontare cambiamenti climatici capaci di spazzare via intere colture, solo perché contributi e aiuti che gli spettano arrivano con enorme ritardo o, peggio, non arrivano. Agea, così come è strutturata, non funziona. Per questo faccio appello ai nostri rappresentati della politica locale, di qualsiasi colore appartengano, perché esercitino pressione a livello nazionale per una profonda riforma dell’agenzia. Le grandi e spesso ingiustificate inefficienze che hanno caratterizzato l’erogazione dei fondi in agricoltura negli ultimi anni deve finire”.