EMILIA ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA

Biologiche e di medie o grandi dimensioni: l’identikit delle imprese

aree rinaturalizzate

Erika Angelini

FERRARA – La scelta del biologico come attività produttiva a basso impatto ambientale e sostenibile, dimensioni aziendali medie o grandi e una propensione alla salvaguardia di un ambiente naturale che è parte integrante del contesto in cui operano.

È questo l’identikit delle aziende del Basso ferrarese che coltivano all’interno del Parco del Delta del Po o nell’ambito della Rete Natura 2000 per la conservazione della biodiversità, che hanno scelto di aderire alle misure di ritiro ambientale.

Per l’azienda agricola Parigi-Paolini l’impegno a non coltivare una parte della propria superficie aziendale, è iniziato insieme alla conversione da agricoltura tradizionale a biologica negli anni novanta ed è continuato negli anni successivi quando, nel 2001, hanno scelto di fare il ritiro ventennale che è stato rinnovato proprio quest’anno diventando, di fatto, quarantennale. Una scelta dettata principalmente da un approccio di rispetto per l’ambiente ma anche da ragioni logistiche e “pratiche”, come spiega uno dei titolari, Giorgio Paolini.

“Il laghetto e la relativa area umida che occupa una superficie di cinque ettari è una delle scelte migliori che abbiamo fatto – spiega Paolini -, tanto che abbiamo scelto di rinnovare il ritiro per altri vent’anni. Di ettari in azienda ne coltiviamo ottanta e ci è sembrato corretto, visto che siamo anche nella Rete Natura 2000, adibire una piccola percentuale per la salvaguardia dell’ecosistema e della biodiversità. Questo luogo per noi, è diventato speciale, tanto che mio fratello ha costruito un capanno seguendo le tecniche di costruzione tipiche delle Valli, e l’insieme è davvero suggestivo.

Oltre alla questione ambientale, occorre dire che abbiamo scelto un terreno marginale che faticavamo a coltivare in maniera adeguata e che pensiamo sia sicuramente più utile per la conservazione di fauna e flora. Dal punto di vista della manutenzione, ci vengono richiesti, a fronte di un contributo annuale di 1.500 euro, due interventi: la sistemazione degli argini, che vengono abitualmente danneggiati dalle nutrie, e il taglio delle canne palustri che altrimenti crescerebbero in maniera incontrollata. 

Quindi un impegno minimo, che ci consente, però, di salvaguardare il territorio, e pare che funzioni: nella nostra fattoria didattica hanno fatto il nido le cicogne, segno che l’attenzione per la biodiversità viene ‘ripagato’ dalla natura stessa”.

Un laghetto, o meglio un prato umido che ospita i fenicotteri rosa e una serie di boschetti, sono diventati un’oasi naturale anche nell’azienda che Alice Naldi conduce insieme al suo socio Nino Rocchi. Parliamo di quasi 900 ettari di terreno tra il Mezzano e Valle Pega: una grande azienda completamente biologica, in gran parte inserita nel Parco del Delta del Po, nella quale le azioni di carattere ambientale sono ormai la norma. “Mio padre ha scelto di fare il primo ritiro – spiega Alice Naldi – esattamente vent’anni fa e io ho già deciso di rinnovarlo. Parliamo di una serie di boschetti che occupano quasi sette ettari di superficie aziendale. Poi, abbiamo un altro tipo di ritiro in una ex risaia, circa 15 ettari, che abbiamo scelto di trasformare in prato umido e che rimarrà tale fino al 2036. Qui, la biodiversità è davvero preservata, tanto che è diventato l’habitat di molte specie animali e vegetali e anche dei celebri fenicotteri rosa del Delta. Naturalmente la scelta ambientale è legata anche alla scarsa produttività di alcuni terreni, magari collocati in zone particolari e marginali dell’azienda. Ma non si tratta di una scelta reddituale perché non c’è guadagno: semplicemente si porta avanti una “filosofia” produttiva, che parte dal biologico e arriva fino alla tutela vera e propria di piante e animali che vivono in simbiosi con l’uomo e l’attività agricola. 

Poi, certo, per le piccole aziende è più difficile rinunciare alla coltivazione intensiva, ma credo che nelle zone del Parco del Delta sia quasi un atto dovuto allo straordinario ambiente che ci circonda e con il quale dobbiamo convivere in maniera rispettosa”.

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