ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA ROMAGNA

Stefano Francia con il sottosegretario D’Eramo in visita in alcune aziende romagnole

Presente anche Mirko Tacconi, responsabile Caa di Cia Romagna

“Gelate, occorrono strumenti di gestione del rischio che oggi sono sempre più integrati, anche se sulla parte passiva  (polizze assicurative) serve una maggiore integrazione”. È quanto ha rimarcato il presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia-Romagna, Stefano Francia, nel corso di un incontro con il sottosegretario di Stato al Ministero dell’’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste  Luigi D’Eramo in visita ad alcune realtà produttive della Romagna.

Francia, assieme ai rappresentanti delle istituzioni, nei giorni scorsi ha accompagnato D’Eramo in visita ad alcune realtà romagnole, tra cui l’azienda Fratelli Villa di Villafranca, un punto di riferimento del settore ortofrutticolo con 70 ettari di coltivazioni, da sempre specializzata nella produzione e commercializzazione all’ingrosso di frutta nella provincia di Forlì. In rappresentanza di Cia Romagna era presente Mirko Tacconi, responsabile del Centro assistenza agricola (Caa) della Cia della Romagna.

“Siccità e gelate primaverili stanno mettendo in seria difficoltà l’azienda e tante altre del comprensorio – ha segnalato Francia al Sottosegretario – e gli agricoltori hanno lamentato da più parti la pesante situazione. La Legge 102 che interviene sulle calamità naturali – ha aggiunto Francia – va inquadrata come paracadute che, per quanto piccolo, permette alle aziende di continuare l’attività imprenditoriale”.

Le recenti gelate tardive del 5 e 6 aprile hanno provocato anche in Romagna pesanti danni. Molte aziende, seppure a macchia di leopardo, si trovano a fare i conti con un fenomeno di portata così impattante per il terzo anno su quattro. Gli uffici di Cia Romagna stanno prendendo in carico le segnalazione danni che gli agricoltori hanno avuto e ricordano ai soci che non l’avessero ancora fatto di contattare il proprio ufficio di riferimento. “La segnalazione – spiega Tacconi – è presupposto per la possibilità di avere eventuali risarcimenti su questo evento catastrofale attraverso il nuovo fondo Agricat”.

Cia 17 aprile 2023 – visita all’azienda F.lli Villa – Fo
Cia 17 aprile 2023 – Francia incontra il sottosegretario D’Eramo – Fo

Agricoltura alle prese di nuovo con le gelate notturne

Nel ravennate in Bassa Romagna le temperature più basse: fino a – 6°C nella notte fra il 5 e il 6 aprile a Bagnacavallo e Conselice. Nell’area di Ravenna fino a -4°C; nel faentino e colline da -2°C a -4°C; nel forlivese fino a -3,5°C. Tanta la preoccupazione per le prossime notti con previsioni ancora sotto lo zero

Dopo la grandinata di domenica 2 aprile che in Romagna ha colpito in modo importante soprattutto il ravennate e in particolare Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola e Lugo siamo alle prese, di nuovo, con le gelate notturne. Il cambiamento climatico produce i suoi effetti. Rispetto al periodo stagionale in cui siamo l’anomalia della grandinata riguarda la sua intensità e la sua durata. Venendo alle gelate, la notte fra il 5 e il 6 aprile è stata caratterizzata da temperature molto sotto lo zero fino anche a -6°C. Seriamente preoccupato per le aziende e gli agricoltori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna: “Con il rilevamento dei danni in corso la sensazione è che gli effetti di queste gelate siano ancora più devastanti di quelle del 2020 e del 2021. Vedere così tanti fiori, frutticini e germogli bruciati è un segnale inquietante  – afferma Misirocchi – Si tratta comunque del terzo anno su quattro caratterizzato da un fenomeno di portata così impattante. Specialmente in alcune zone della Bassa Romagna, del faentino, in parte del ravennate e del forlivese ci sono stati danni importanti. Si tratta di un’altra batosta per un settore che, come gli altri, sta facendo i conti con l’inflazione, la crisi energetica, le difficoltà legate alle tensioni dei mercati internazionali per un’agricoltura che produce molto per l’esportazione”. Il presidente Misirocchi sottolinea poi che la situazione è ancora più complicata “perché a tutti gli effetti è più difficile assicurarsi in quanto le Compagnie stanno disinvestendo, mentre la copertura del rischio è un elemento importante per qualsiasi attività economica”. In merito ai sistemi di difesa attiva – antibrina, ventole, bruciatori – alcuni risultati ci sono stati e Cia Romagna esprime apprezzamento per gli sforzi della Regione Emilia-Romagna che attraverso i bandi per questo tipo di intervento cerca di venire incontro al settore. “Sono sistemi che si stanno diffondendo e questo è positivo. Si tratta però di una strada complicata e costosa e ci sono diverse criticità ancora da risolvere”, precisa Misirocchi. Alcuni andamenti nelle varie zone della Romagna Zona Ravenna – Temperature sotto zero già dalle 22 del 5 aprile: dai – 2 ai – 3 per i territori di Russi e San Pietro in Vincoli; zona di Mezzano – 4. Zona faentino e colline – fino a -4°C. Verso la collina sia a Faenza sia a Riolo Terme si segnalano danni verso il fondovalle, mentre nelle parti più alte il termometro non è andato sotto lo zero. Così nel casolano: danni probabili nelle parti basse dove si è arrivati a – 2°C. Zona Bassa Romagna – A Bagnacavallo sono state segnalate zone fino a -6°C con danno totale. Colpite dal gelo anche Cotignola e Barbiano da -2°C a -4°C con danni al momento stimabili fra il 30 e il 50%, ma si potrà avere una valutazione più precisa nelle prossime ore. Area San Bernardino circa -3,5°C, con danni sui vigneti. Nell’area di Voltana temperature fra -2°C e -3°C. Area Alfonsine -3.5°C con una perdita approssimativa per i vigneti intorno al 30%. Area Conselice -6°C. Zona Forlì – Le temperature minime sono state tra -3°C e -3,5°C. È in corso la valutazione dei danni: nei frutteti con protezione i danni al momento sembrano minimi, in quelli senza protezione probabilmente sono ingenti. Sono in corso le verifiche e solo nei prossimi giorni si avranno dati più certi.

Allevamento avicolo a Maiolo, questione da affrontare senza posizioni ideologiche

Cia Romagna e Confagricoltura valutano positivamente il progetto approvato dagli enti competenti, che riqualificherà un sito degradato, contribuirà a mantenere vive le attività agricole nelle aree interne e potrà avere ricadute positive sull’indotto

Il 15 marzo 2023 le associazioni di categoria degli agricoltori del territorio hanno incontrato il sindaco di Maiolo (RN), Marcello Fattori, per approfondire il progetto dell’allevamento avicolo in località Cavallara.

Erano presenti per Cia-Agricoltori italiani Romagna il presidente Danilo Misirocchi, il vicepresidente Lorenzo Falcioni e la direttrice Alessia Buccheri. Per Confagricoltura, il presidente dell’organizzazione Carlo Carli, il presidente della Sezione avicola Massimiliano Conti e il segretario della Circoscrizione di Rimini, Moreno Polidori.

Dopo un sopralluogo sul sito dell’insediamento zootecnico, le associazioni hanno potuto esaminare il progetto nel dettaglio.

“Come associazioni di rappresentanza del mondo agricolo, da sempre sosteniamo la necessità di mantenere vive le attività del comparto nelle aree interne, per supportarne l’economia, conservare i servizi, contrastare lo spopolamento e contribuire alla tutela del territorio – affermano Misirocchi e Carli -. Valutiamo perciò positivamente il progetto del nuovo allevamento avicolo biologico, che ha avuto tutte le autorizzazioni necessarie dagli enti competenti. Ricordiamo che lo stesso sito fino al 2009 ospitava un insediamento zootecnico di ben altro impatto urbanistico e con capacità produttive decisamente maggiori, fino a 3 milioni di capi all’anno. Ora quel sito abbandonato e degradato potrà essere riqualificato”.

L’attività di allevamento avicolo oggi si svolge con tecnologie avanzate e sostenibili, sottolineano le associazioni. “Le strutture saranno più basse di quelle del passato, saranno schermate da alberature e ospiteranno una densità minore di capi. Inoltre vi saranno sistemi di riutilizzo delle acque di raffrescamento e di smaltimento della pollina per la fertirrigazione”.

Viene valutata positivamente anche la ricaduta sull’indotto. “Per l’alimentazione degli animali si aprono opportunità di filiera interessanti per gli agricoltori del territorio, che potranno fornire materie prime di qualità”.

Le associazioni agricole invitano a non affrontare la questione in maniera ideologica. “Ci sembra, in conclusione, che chi si oppone al progetto voglia mettere freni a un’attività economica basandosi esclusivamente su preconcetti, e non su criteri razionali”.

Manodopera/Chi viene in Italia per lavorare è un’opportunità – Le proposte di Cia Romagna

Cia Romagna chiede di ridurre la burocrazia e norme applicabili e sostenibili che aiutino l’inserimento delle persone e l’impresaLe proposte

La reperibilità della manodopera in agricoltura è, e sarà, ancora un problema importante e sempre più sentito: alcune aziende stanno rinunciando ad investimenti per mancanza di operai e di operai specializzati.

Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, torna a parlare dell’argomento e sottolinea: “Riteniamo che i decreti flussi siano stati insufficienti e intempestivi. Cia esprime apprezzamento per l’uscita anticipata in questo periodo, però l’applicazione prevista dopo 60 giorni è di nuovo fuori tempo”.

Anche sull’incremento del numero di persone in carico alla gestione delle organizzazioni professionali Cia si esprime positivamente, ma precisa che sono comunque insufficienti. Inoltre, Cia ritiene che il click day non sia lo strumento giusto: “Un tema così importante come quello del lavoro non può essere abbinato a una “lotteria” – sostiene Misirocchi – Non ci sembra serio come metodo”.

L’argomento della manodopera in agricoltura è complicato e complesso. Le storie bisognerebbe conoscerle tutte. Le aziende, pur scontrandosi con norme disincentivanti e una burocrazia infinita, fanno anche più di quanto considerato necessario dalle normative per agevolare e aiutare i lavoratori affidabili nei loro percorsi di orientamento e inserimento.

Partendo dal presupposto che gli operai in agricoltura sono prevalentemente extracomunitari, Cia Romagna ha articolato una serie di proposte:

1) revisione delle normative sul lavoro, puntando oltre che sulla tempestività dei provvedimenti sulla semplificazione delle riconversioni senza limitare i flussi a un certo periodo di tempo perché in agricoltura la manodopera occorre tutto l’anno.

2) Serve un secondo livello di accoglienza, che accompagni il percorso del lavoratore verso l’autosufficienza, aiutandolo a superare i molti scalini normativi in parte contorti in parte contradditori fra i quali è difficile districarsi.

3) Andrebbe semplificato e favorito il ricongiungimento familiare per tre motivi:

– umano, perché tutti tendiamo a voler stare con la nostra famiglia;

– economico, perché chi guadagna nel nostro territorio spende nel nostro territorio;

– per fidelizzare il lavoratore: chi si stabilisce con la famiglia è meno portato a spostarsi in altri Paesi d’Europa.

4) Formazione, né in capo al lavoratore né in capo all’azienda, ma pubblica. Il lavoratore non ha le disponibilità economiche necessarie quindi se ne fa carico l’azienda. Si stanno però verificando forme di sciacallaggio fra imprese per poter fare affidamento su operai già formati e l’impresa che ha investito per qualificare il lavoratore si trova pure senza. Ci sono risorse europee dedicate che non sempre vengono utilizzate al cento per cento e vanno restituite. Formazione non solo professionale ma anche linguistica, per le abilitazioni collegate ai corsi sulla sicurezza, all’uso delle macchine agricole, ai patentini fitosanitari; formazione sulla cultura del lavoro (organizzazione, struttura, responsabilità, diritti, doveri) per far conoscere il nostro approccio che è diverso da quello di chi arriva da altri continenti.

Tutto quanto sopra esposto presuppone di iniziare a distinguere fra chi viene in Italia per lavorare e chi no: “Chi viene per lavorare è un’opportunità perché noi abbiamo bisogno di lavoratori – conclude Misirocchi – Abbiamo bisogno di farli lavorare in maniera dignitosa, occorre semplificare l’abnormità di burocrazia e gli innumerevoli adempimenti e servono norme, applicabili e sostenibili, che aiutino l’inserimento di queste persone e l’impresa”.

Guarda anche il servizio TV della trasmissione “A cielo aperto”, puntata del 19 febbraio 2023. Clicca il seguente link https://www.youtube.com/watch?v=DUQIF_ASnp4&t=3s

Credito: tra criticità e nuove opportunità

Cia Romagna organizza mercoledì 15 febbraio alle ore 20.30 nella sala riunioni della sede centrale di Cesena (Via Rasi e Spinelli 160) l’incontro informativo sul tema: “Credito: tra criticità e nuove opportunità”. L’appuntamento può essere seguito anche in videoconferenza sulla piattaforma Meet al seguente link: meet.google.com/vaa-stpn-xdr

Sono previsti gli interventi di:
Gabriele CristoforiPresidente AgrifidiUno Emilia-Romagna
Marco MarzariDirettore AgrifidiUno Emilia-Romagna
Marco PaoliniResponsabile area credito Cia Romagna

Presiede i lavori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna.

“La Cia incontra gli associati”: tutte le date

Fra gli argomenti principali la presentazione della nuova Pac

Il ciclo di assemblee territoriali “La Cia incontra gli associati”, organizzato da Cia Agricoltori Italiani Romagna, riprende in presenza dal 9 gennaio 2023. 12 gli appuntamenti che attraversano la Romagna da Riolo Terme a Novafeltria, passando per la bassa Romagna, il ravennate, il forlivese, il cesenate e il riminese. Sarà l’occasione per fare il punto sull’attività dell’Organizzazione e sui principali temi di attualità. Fra gli argomenti principali la presentazione della nuova Pac 2023-2027.

L’obiettivo di Cia Romagna, anche con l’appuntamento “La Cia incontra gli associati”, è quello di essere coi soci e vicino ai soci nel quotidiano, coi servizi erogati alle imprese e alle persone. Con questi incontri, partendo da ciò che l’imprenditore agricolo vive ogni giorno, lo scopo è quello di stimolare il confronto e condividere impegni e tematiche che Cia Romagna porta ai vari tavoli di discussione e confronto istituzionali. Le sfide in essere sono tante, difficili, e l’impegno non deve mancare per reagire alle crisi che stiamo attraversando.

IL CALENDARIO

lunedì 9 gennaio, Riolo Terme sala Polivalente “Sante Ghinassi” – Via Giuseppe Verdi, 5, ore 20.30

martedì 10 gennaio Lugo La Rosa dei Venti – Via Fiumazzo, 161, ore 18.00

mercoledì 11 gennaio Ravenna sala Nullo Baldini – Via Faentina, 106, ore 15.00

venerdì 13 gennaio Cesena sala Cia Romagna – Via Rasi e Spinelli, 160, ore 15.00

lunedì 16 gennaio Faenza sala BCC – “Giovanni Dalle Fabbriche” via Antonio Laghi, 81, ore 20.30

martedì 17 gennaio S. Pietro in Vincoli sala Delegazione – Via Giuseppe Pistocchi, 41, ore 20.30

mercoledì 18 gennaio Coriano Teatro Corte – sala Isotta – Via Giuseppe Garibaldi, 127 – P.tta Salvoni, ore 15.00

mercoledì 18 gennaio Savignano Comune di Savignano – sala Galeffi – P.zza B. Borghesi, 8, ore 20.30

lunedì 23 gennaio Santarcangelo sala Biblioteca Comunale Antonio Baldini – Via Pascoli, 3, ore 15.00

lunedì 23 gennaio Novafeltria sala “RIDOTTO” Teatro Sociale – Via Giuseppe Mazzini n. 69, ore 20.30. (RINVIATA per maltempo e neve. SI RECUPERA l’1 febbraio alle ore alle 15, stesso luogo)

mercoledì 25 gennaio Forlì sala Apofruit – Via Galvani, 6, ore 16.00

lunedì 30 gennaio S. Piero in Bagno sala Comunale – P.zza Martiri, 1, ore 20.30

mercoledì 1 febbraio Novafeltria sala “RIDOTTO” Teatro Sociale – Via Giuseppe Mazzini n. 69, ore 15.00. (RECUPERO della data annullata per neve il 23 gennaio)

L’Annata agraria 2022 della Romagna

Gli andamenti dei comparti nel labirinto di emergenze e incognite fra anomalie climatiche, crisi energetica, aumento dei costi di produzione e assetti geopolitici complessi 

Pur nella diversità fra i territori e le colture, lo scenario del 2022 per l’area Romagna nel suo insieme registra un calo di superfici nel frutticolo e nell’orticolo in campo, un aumento nel cerealicolo e oleoproteaginose, nelle industriali cala l’estensione totale dell’erba medica. Zootecnia in difficoltà. In diminuzione le imprese agricole

“L’agricoltura di domani passa dalla ricerca di oggi”. Questo il tema del convegno in cui Cia-Agricoltori Italiani Romagna ha presentato i dati dell’Annata Agraria 2022, alla sua quinta edizione, per una fotografia dell’andamento complessivo del comparto agricolo.

Il report completo con le previsioni  e le stime del 2022 e il raffronto con i dati dal 2021 al 2018 sia per le singole province analizzate, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, sia per l’areale Romagna, è online al seguente link:

Al seguente link le slide della presentazione

Di seguito i comunicati stampa con la sintesi dei dati per territorio e la rassegna stampa dell’evento.

Il 25 novembre la presentazione dell’Annata agraria della Romagna 2022

“L’agricoltura di domani passa dalla ricerca di oggi”, 25 novembre ore 16, Hotel Dante, Cervia (Ra)

Presenti anche il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e l’assessore regionale Alessio Mammi

Torna in presenza l’evento annuale di Cia Romagna legato alla presentazione dei dati che caratterizzano l’anno in corso per una fotografia delle tendenze del settore agricolo nei suoi vari comparti. Con l’approfondimento tematico 2022 Cia Romagna vuole mettere in evidenza ancora una volta quanto sia importante la ricerca, e quindi la scienza, per prendere decisioni strategiche per affrontare le tante sfide aperte.

Due i focus dopo la presentazione dei dati e delle tendenze 2022: uno sul meteo e su quale futuro ci aspetta considerata la situazione in cui siamo; l’altro sul ruolo dell’innovazione genetica nel futuro di un’agricoltura sostenibile. Qui di seguito il programma con gli ospiti e i relatori.

L’evento sarà anche in streaming sul canale YouTube di Cia Romagna a questo link https://www.youtube.com/watch?v=L9VmYuseW80

Il report sull’Annata Agraria, che sarà pubblicato nella sezione “Annnata Agraria” del sito, è realizzato attraverso la consultazione di fonti scritte e orali. Per la ricostruzione dell’andamento dell’anno in corso, i curatori del volume si avvalgono della preziosa collaborazione degli Stacp di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; delle Camere di Commercio della Romagna e di Ravenna; del supporto dei Responsabili Tecnici, della Presidenza e della Segreteria di Cia Romagna e dei numerosi stakeholder del settore intervistati: agricoltori, cooperative, consorzi,enti,esperti dei vari comparti esaminati, compreso andamento meteo e cambiamenti climatici. Questa disponibilità rappresenta una pregevole rete di collaborazione, cresciuta e consolidatasi negli anni, alla quale vanno i ringraziamenti di Cia Romagna e dei curatori del volume.

Ancora attacchi dei lupi agli allevamenti, recinti e risarcimenti non sono sufficienti

“Di fauna selvatica e dei danni che provoca parliamo tutti i giorni, perché tutti i giorni siamo costretti a farci i conti. Conti sempre più salati”. Così Stefania Malavolti, allevatrice di Casola Valsenio, coordinatrice di Donne in Campo di Cia Romagna, che nei giorni scorsi ha trovato numerosi capi del suo allevamento di ovicaprini uccisi dall’incursione di lupi.

Sono state uccise pecore gravide, tutte con grosse ferite al collo e  alcune  anche sventrate. “L’assurdo – racconta Stefania Malavolti – è che poco o nulla  è stato consumato dal predatore, quindi fa pensare che non sia stato tanto per fame, quanto per istinto. Sicuramente non si è trattato di un lupo solitario bensì di un branco – continua la Malavolti – Dopo una ricognizione attorno al pascolo e nei terreni dell’azienda le orme ben visibili, ora che il terreno è umido, sono moltissime”.

“Dicono che per difendersi dai lupi o dai cinghiali basta recintare. Forse però non è chiaro cosa voglia dire recintare terreni in collina e montagna con fossi, scarpate, dossi. Il recinto, poi, è fatto per non fare uscire gli animali, non per non farne entrare altri. I recinti sono da controllare ogni giorno per ogni centimetro perché non ci siano buchi o paletti rovesciati – afferma la Malavolti – Per costruire un patrimonio zootecnico occorre una vita, anni di lavoro. Per distruggerlo basta un giorno”.

Matteo Pagliarani, vicepresidente di Cia Romagna, agricoltore e allevatore della valle del Savio, Mercato Saraceno“Noi allevatori produciamo cibo sano e sostenbile e questo è il nostro valore sociale. Lo facciamo difendendo il territorio, e creiamo posti di lavoro. Invito animalisti e ambientalisti a venire a visitare le nostre stalle. Vedere questi animali agonizzanti col ventre squarciato è un’esperienza che lascia il segno. Gli attacchi da fauna selvatica poi hanno conseguenze anche sugli animali non direttamente aggrediti: lo stress li indebolisce e viene compromessa la produzione stessa di latte“.

La natura, ricorda Cia, è fatta di equilibri e tutte le volte che l’uomo interviene per distruggere troppo, ma anche per proteggere troppo, crea disequilibri e guai. La questione dei danni da fauna selvatica è una delle tante che attanagliano l’agricoltura.  Dal 2018 Cia chiede la riforma della Legge 157/1992 e ora ribadisce la necessità di un commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per realizzare la riforma.

Elezioni: tempo scaduto, l’agricoltura torni al centro delle scelte politiche

Cia Romagna ha incontrato i candidati alle imminenti elezioni

In vista del voto del 25 settembre, i vertici di Cia Romagna hanno incontrato in queste settimane i candidati alle elezioni politiche dei vari schieramenti che avevano richiesto un confronto all’associazione. Si sono svolti incontri con Massimo Bulbi candidato con il Partito Democratico per la coalizione di centrosinistra; Simona Viola, candidata al Senato con +Europa per la coalizione di centrosinistra; Jacopo Morrone, candidato alla Camera per la Lega Nord; con il Tavolo dell’imprenditoria della provincia di Ravenna, di cui Cia fa parte, e le candidate per il Partito Democratico Ouidad Bakkali, Eleonora Proni e Manuela Rontini.

Ad accogliere i candidati insieme al presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, il direttore Alessia Buccheri, i vicepresidenti Matteo Pagliarani e Lorenzo Falcioni, il responsabile territoriale di Cesena Antonio Bonelli e Wiliam Signani, presidente Anp Romagna. E’ stato presentato il documento programmatico di Cia e sono stati approfonditi in modo particolare i temi della manodopera, della fauna selvatica, dei cambiamenti climatici, della siccità, degli obiettivi green. “L’agricoltura è il settore che per primo subisce i cambiamenti climatici e l’unico che li contrasta, in particolare con le colture arboree – afferma Misirocchi – In Romagna la frutticoltura sta via via perdendo ettari coltivati per le crisi di mercato, la burocrazia e il taglio delle molecole e purtroppo così si perdono anche i benefici sull’ambiente che gli alberi producono, oltre a fornire cibo”.

L’emergenza internazionale, con assetti ed equilibri modificati dalla pandemia e amplificati dalla guerra russo-ucraina, ha fatto emergere tutta la nostra fragilità e dipendenza dall’estero, in particolare per cibo ed energia. L’autosufficienza alimentare ed energetica potrà restare un’utopia, ma per Cia bisogna cercare maggiore autonomia e migliorare la pianificazione produttiva. Cia dunque ribadisce la necessità di stabilità e di un governo operativo che attui interventi strutturali per il settore, un piano di rilancio per famiglie e imprese, per il Made in Italy.

In sintesi, i principali versanti messi in evidenza da Cia sui quali è quanto mai urgente agire.

  • La crisi idrica va affrontata con progetti e piani europei di adattamento climatico, più ricerca e innovazione a portata delle aziende agricole, con infrastrutture di conservazione dell’acqua piovana, con realizzazione di invasi e con una nuova rete idraulica per il Paese. 
  • Servono anche strumenti, più adeguati e flessibili, in ambito assicurativo e di gestione e copertura del rischio.
  • Occorre portare a vantaggio delle imprese l’agricoltura di precisione e occuparsi della difesa attiva delle colture, incentivando investimenti in tecnologie specifiche di protezione sia tradizionali sia innovative e multifunzionali.
  • Guardare al futuro, anche a quello più vicino, per Cia vuol dire mettere al centro innovazione scientifica, tecnologica e genetica. È lascienza che ci aiuta da sempre anche ad essere meno impattanti. Il tema del taglio lineare sull’utilizzo degli agrofarmacièparticolarmente sensibile per il nostro territorio perché rischia di essere penalizzato più di altri in quanto su questo fronte ha stretto molto e con nuove patologie i tagli per legge rischiano di mettere ulteriormente in crisi il settore. Bene i nuovi obiettivi green europei, che vanno però rimodulati e guidati non dall’ideologia ma dalla scienza, con analisi, scenari, prospettive, ricadute e alternative.
  • Dell’argomento ambiente fa parte anche la questione della fauna selvatica. “La natura è fatta di equilibri – dice Misirocchi – e tutte le volte che l’uomo interviene per distruggere troppo, ma anche per proteggere troppo, crea disequilibri e guai”. Dal 2018 Cia chiede la riforma della Legge 157/1992 e ora serve un commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi con pieni poteri e coordinamento di una cabina di regia con le Regioni per realizzare la riforma.
  • Sulla questione manodopera occorre smettere di fare speculazioni politiche, in un senso o nell’altro. In agricoltura è soprattutto extra comunitaria. Servono politiche serie, per la gestione dei flussi, per favorire l’integrazione, politiche per la formazione, meno burocrazia. Tutti insieme, rappresentanze, sindacati e istituzioni, dobbiamo affrontare le problematiche di integrazione, abitative e di ricongiungimento familiare perché hanno a che fare con il lavoro e la manodopera.

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