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Gelate: gravi danni alle albicocche ma soffrono anche mele e pere

Come previsto dai principali siti di rilevazione metereologica sono arrivate le temute gelate primaverili, con temperature scese mediamente di 2-3 gradi sotto lo zero. A soffrire maggiormente sono state le drupacee, in particolare le albicocche, ma possibili danni, che saranno quantificabili nei prossimi mesi, ci saranno quasi certamente anche per pere e mele, visto che il gelo incide fortemente sull’andamento vegetativo. Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sta facendo una ricognizione tra le aziende frutticole nei diversi areali e la situazione appare decisamente allarmante in tutto il territorio.

“Il problema – spiega Luca Garuti di Poggio Renatico – è che le temperature sono scese sotto lo zero già verso mezzanotte, quindi i frutteti sono stati esposti al gelo per molte ore. Questo ha provocato danni estesi alle albicocche, con i frutti in piena fase di accrescimento che mostrano una evidente “bruciatura” da gelo. Naturalmente i danni saranno quantificabili esattamente solo nelle prossime ore, ma credo di esagerare dicendo che saranno probabilmente vicini al 100%. Migliore la situazione di pesche e ciliegie ma non saranno esenti da problematiche”.

Anche pere e mele sconteranno, anche se apparentemente in maniera più contenuta, i danni da gelate, come spiega il frutticoltore Andrea Taddia di Santa Maria Codifiume.

“Le varietà di pere, in particolare la Williams, e qualche varietà di melo in piena fioritura hanno certamente sofferto. Osservando la pianta vediamo che il danno è soprattutto a livello del primo fiore, che solitamente genera il frutto di maggiore qualità, ma anche altri sono compromessi, naturalmente dai due metri in giù, visto che in alto il gelo non arriva. I danni a mio avviso ci saranno, ma riusciremo a valutare solo nei prossimi giorni e settimane la percentuale reale, che potrà riguardare sia il mancato accrescimento del frutto, ma anche problemi di cerchiamento e ruggine che renderanno il prodotto non commerciabile”

E mentre si contano i danni in campo, il primo pensiero dei frutticoltori va ai risarcimenti e al sistema assicurativo che dovrebbe garantirli, come spiega Claudio Mazzetti, membro del Consiglio Direttivo di Cia Ferrara. “La nostra associazione ha sempre sostenuto che le assicurazioni sono una delle poche armi che abbiamo a disposizione per difenderci. Credo però che il sistema vada un po’ rivisto, soprattutto a livello di percentuali di indennizzo che rischiano di non coprire i danni effettivamente subiti. Faccio un esempio: l’assicurazione gelo-brina copre da quest’anno il 70% dei danni, con una franchigia del 30%. Questo significa che il reale indennizzo che arriva nelle tasche dei produttori, ammesso che il danno sia totale, è del 40%, una percentuale che, soprattutto con l’aumento dei costi di produzione degli ultimi anni, copre a malapena le spese. Ma noi non possiamo produrre così, dobbiamo avere liquidità per affrontare la prossima annata, non semplicemente evitare di andare completamente in rosso. Nel frattempo credo sia essenziale anche un forte sostegno e misure urgenti perché le gelate primaverili del 2023 vengano considerate come una calamità, , assicurando però che le aziende ricevano una cifra adeguata e in tempi brevi, non due anni dopo come è successo dopo le gelate del 2021.”

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