Infortuni in agricoltura, Cia: serve normativa ad hoc per settore primario
Nella prevenzione spesso le normative premiano maggiormente la forma rispetto alla sostanza
BOLOGNA – “Siamo i primi a voler esercitare un ruolo primario nella prevenzione degli infortuni sul lavoro, ma spesso le normative premiano maggiormente la forma rispetto alla sostanza”. Lo ha sottolineato Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna nel corso di un incontro – dibattito svolto nei giorni scorsi nell’ambito di Eima international.
La parola chiave è semplificazione burocratica, fardello che, specialmente per le piccole imprese, grava in termini economici e burocratici. “Non chiediamo banali semplificazioni – ha osservato Stefania Flammia di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna e componente della commissione paghe e lavoro di Cia Nazionale – ma una normativa ad hoc che tenga davvero conto della specificità del settore agricolo poiché le disposizioni attuali non sono state scritte pensando alla realtà del settore primario”.
Flammia ha proseguito riferendo che molte imprese coltivatrici diventano datori di lavoro per pochi giorni all’anno quando, ad esempio, assumono personale per la raccolta della frutta.
“Si tratta di aziende non abituate a gestire rapporti di lavoro strutturato e che con estrema difficoltà riescono a gestire rapporti gerarchici, controllo e sanzioni disciplinari. In più –sottolinea – c’è un grande turn over di lavoratori stranieri e questo comporta ulteriori aggravi burocratici”.
Altro tema la formazione che ricade, in termini di costo, sul datore di lavoro. “I lavoratori che superano le cinquanta giornate lavorative e che abitualmente sono in azienda, quasi certamente utilizzano mezzi o attrezzature per i quali hanno regolarmente frequentato appositi corsi che hanno durata media di almeno 8 ore.
Questo personale, in virtù del fatto che è stabilmente in azienda, è quello che probabilmente ha poi specifici incarichi come addetto alla gestione di emergenze e antincendio, al pronto soccorso, con un bagaglio formativo che spesso supera le 60 ore.
Questi lavoratori – conclude Flammia – passano più ore in aula che in campagna. Cia dell’Emilia Romagna è impegnata a tutti i livelli per sensibilizzare i propri soci sull’argomento sicurezza in quanto queste morti sul lavoro molto spesso colpiscono gli agricoltori titolari delle aziende agricole. Dobbiamo quindi prevenire ed evitare quanto più possibile queste disgrazie, rendendo l’applicazione delle norme semplice ed efficace”.