Nuovo status di protezione del lupo, primo passo per una migliore gestione della specie
Maggiore flessibilità per affrontare la sempre più difficile coesistenza con le attività umane
Il Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera a fine settembre all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, con cui si declassa la protezione del lupo da “rigorosa” a semplice. La proposta di modifica era stata avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2023 sulla base di analisi approfondite che mostrano come negli ultimi vent’anni le popolazioni di lupi siano notevolmente aumentate, andando ad occupare territori sempre più vasti. Si tratta senz’altro di un successo in termini di conservazione, reso possibile da una legislazione di tutela, da atteggiamenti più favorevoli da parte del pubblico e dal miglioramento degli habitat. Tuttavia questa espansione ha aumentato i conflitti con le attività umane, in particolare a causa dei danni al bestiame, generando una forte pressione su zone e regioni specifiche.
La nuova classificazione consentirà maggiore flessibilità per affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità locali, senza perdere di vista l’obiettivo giuridico generale di conseguire e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente della specie. Dal momento che la Convenzione di Berna è attuata mediante direttiva, resta salva la possibilità per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per lo status di protezione del lupo. Inoltre, viene specificato che la modifica dello status di protezione è specifica per il lupo e non può mettere in discussione la protezione di altre specie.
Il fatto che il lupo diventi specie tutelata anziché “rigorosamente tutelata” non incide sulla possibilità di accedere a finanziamenti dell’UE a sostegno della coesistenza e dell’attuazione di misure di prevenzione. Lo stesso vale per le norme sui regimi nazionali di aiuti di Stato autorizzati che mirano a compensare gli agricoltori delle perdite dovute ad attacchi di lupi.
“Serve un approccio condiviso a livello europeo per una gestione adeguata delle popolazioni di lupo, a protezione degli ecosistemi e nel rispetto delle peculiarità territoriali e delle esigenze locali – osserva Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna -. Auspichiamo che la nuova classificazione sia propedeutica a una modifica della direttiva habitat, per una gestione migliore della specie lupo nelle aree interne. Questo per Cia è un primo passo per il cambio di status nella protezione della specie. Il nostro obiettivo è una pianificazione razionale nella gestione del territorio a tutela della biodiversità. Solo così potremo riportare equilibrio nel rapporto fra attività agricola e fauna selvatica”.
Gli avvistamenti di lupi sono stati numerosi durante l’estate anche in provincia di Rimini, in particolare attorno a Santarcangelo di Romagna. La presenza stanziale dei lupi nel territorio è documentata da oltre dieci anni “L’azione predatoria del lupo su molti allevamenti estensivi è diventata purtroppo insostenibile nel nostro Paese e i fenomeni di abbandono imprenditoriale rischiano di diventare una realtà anche nelle nostre zone – aggiunge il riminese Lorenzo Falcioni, vicepresidente vicario -. La protezione di una specie animale deve tenere conto anche della sostenibilità degli allevamenti, che vedono i capi costantemente sotto attacco e le aziende prive di indennizzi adeguati. Per questo sarà necessario innalzare ulteriormente il massimale per gli aiuti europei in regime de minimis, forte limite all’ottenimento dei risarcimenti alle aziende agricole. E’ urgente una seria azione di responsabilità, sia nel rispetto dell’ambiente e degli animali selvatici, sia nei confronti degli allevatori e degli agricoltori, veri custodi del territorio”.