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Cimice asiatica, bene il piano di introduzione della vespa killer

Cristiano Fini, Cia: “Così diamo una prospettiva alle aziende emiliano romagnole che da anni combattono per contrastare i danni del parassita”
Con le procedure informatizzate le provvidenze alle imprese agricole colpite dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno

“Un importante passo in avanti per contrastare la cimice asiatica con il metodo della lotta biologica, pur nella consapevolezza che i risultati non saranno immediati”.

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Troppi danni alle colture agricole, snellire le procedure burocratiche negli accertamenti dei danni e nei piani di controllo

Ormai anche la città ospita animali selvatici, figuriamoci nei campi dell’Appennino bolognese che ha una densità tale da mettere a rischio le colture”. Cia -Agricoltori Italiani Emilia Centro segnala un incremento della fauna selvatica, ovunque, dovuto anche al rallentamento, se non addirittura un blocco dei piani di controllo alle specie invasive ed elenca le numerose proteste dei produttori. 

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Fauna selvatica, Cia Agricoltori Italiani lancia una riforma radicale della legge e indica 7 azioni prioritarie contro le numerose emergenze

Il documento, già sul tavolo di Camera e Senato, è stato consegnato al presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini

Fini, presidente Cia Emilia Romagna: “Nel 2017-2018 sono stati censiti nella nostra regione quasi 83.000 caprioli, 2975 cervi e 5783 daini e dal 2012 al 2017 si sono registrati 4745 incidenti stradali con animali di grossa taglia e servono subito nuove norme”

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Danni da ungulati alla colture agricole: “serve maggiore prevenzione”

Il presidente di Cia – agricoltori Italiani, Alberto Notari, sollecita una maggiore collaborazione da parte di cacciatori e Atc (Ambiti territoriali di caccia) per allestire recinti a protezione delle colture prese di mira da caprioli e cinghiali

“È un periodo critico, questo, in cui le incursioni nei campi dei cinghiali sono più frequenti e dannose: medicai e campi di grano sono presi di mira in modo particolare e occorre un sistema di prevenzione che possa mettere al riparo le colture”.

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Danni da maltempo

L’estremizzazione del clima continua a svelarsi anche nelle sue conseguenze e l’agricoltura è messa sempre più a dura prova. Dopo un 2017 siccitoso e afoso, il 2018 – segnato sin dal suo avvio da un gennaio ‘caldo’ seguito da gelate tardive – è al momento l’anno della grandine.

Ormai ogni settimana si verificano fenomeni grandinigeni, violenti, con chicchi di notevoli dimensioni e raffiche di vento. Innegabili i danni su frutta in raccolta, in maturazione, vigneti, colture da seme, orticole, grano, mais e sulle strutture. In corso i rilievi degli ultimi fenomeni che hanno colpito varie aree della Romagna, dalle colline faentine a quelle riminesi, passando per vaste zone della pianura. Danni che si aggiungono a danni e che compromettono sempre più l’agricoltura di un intero territorio, la liquidità delle aziende agricole (già in affanno da tempo non solo a causa del meteo), con effetti che si riversano anche sull’indotto.

Cia Romagna ricorda che nelle zone in cui verrà riconosciuto almeno il 30% di danno alla produzione lorda vendibile sono previsti gli sgravi fiscali ed eventualmente contributivi in applicazione del Decreto legislativo 102. Una volta verificata l’entità dei danni sarà poi possibile valutare se ci siano le condizioni per far scattare interventi straordinari. Inoltre, gli agricoltori, in situazioni come queste possono accedere ai prodotti di Agrifidi, uno dei quali interessa in specifico le imprese colpite da calamità: si tratta di un prestito della durata triennale garantito al 40% sul quale si può operare l’abbattimento del tasso di interesse per il primo anno utilizzando i contributi degli Enti.

Cia Romagna intende adoperarsi affinché questi strumenti possano essere finanziati grazie all’attenzione e all’impegno della Regione Emilia-Romagna, delle Camere di commercio, degli Enti locali. In ballo non c’è solo “un comparto” (che sarebbe già un problema, ed è anche quello primario) e una zona: in ballo c’è “un sistema”: economico, territoriale e sociale.

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