Incontro al MIPAAF del Tavolo permanente dell’Agricoltura del Comune di Faenza: l’intervento di Cia Romagna
La forza lavoro agricola ha visto nell’anno del covid ridurre la propria presenza principalmente in virtù delle restrizioni sanitarie e delle conseguenti difficoltà negli spostamenti in ingresso e in uscita dai confini nazionali ed europei. Un altro fattore che ha influito negativamente sul flusso di lavoratori sono stati gli effetti delle gelate e della conseguente perdita di prodotto: le imprese hanno limitato le assunzioni per mancanza di produzione, costringendo di fatto i lavoratori a trovare soluzioni alternative che in molti casi sono diventate stabili in altri Paesi o in altri settori (ad esempio nel settore edile che in questo periodo sta vivendo un momento di forte ripresa).
Per fronteggiare tali difficoltà è necessario:
- l’introduzione, nel pieno rispetto delle norme vigenti e della contrattazione collettiva, di strumenti di flessibilità contrattuale che consentano di reperire, in qualsiasi momento, la manodopera necessaria a soddisfare la domanda di lavoro delle imprese; riteniamo importante ribadire la necessità della reintroduzione dei voucher.
– In virtù della natura contrattuale nel settore agricolo (principalmente tempo determinato), introdurre incentivi alla stabilità occupazionale (mediante un sistema di decontribuzione) anche per i datori di lavoro che assumono lavoratori agricoli a tempo determinato oppure una riduzione del cuneo fiscale; agevolazioni e flessibilità per l’assunzione degli stagionali anche attraverso accordi sindacali per i lavoratori stagionali stranieri.
– prevedere forme di sgravio e decontribuzione per imprenditori agricoli che si impegnano ad accogliere e fornire alloggio per lavoratori e loro famiglie.
E’ altresì urgente:
– pianificare il flusso migratorio dei lavoratori stranieri tenendo conto della stagionalità delle colture e andando incontro alle esigenze delle aziende;
– semplificare il sistema e la procedura dei flussi;
– rivedere il sistema delle tariffe della manodopera in quanto, a fronte di un lavoro molto flessibile, stante le attuali norme, gli straordinari costano troppo a fronte di tassazioni elevate.
E’ importante tenere presente il fabbisogno di formazione nel mondo agricolo: questo consente una crescita del settore e una garanzia di lavoro di qualità che deve essere tutelato a fronte di una concorrenza legata a lavoro di bassa qualità che penalizza le nostre imprese.
Il lavoro agricolo è sempre più caratterizzato da specializzazione, e per questo è necessario:
– creare “corridoi professionali” con altri Paesi, legati a percorsi di formazione e specializzazione professionale.
- mettere in campo un’azione di supporto agli agricoltori affinché possano affiancare alla formazione obbligatoria quella per lo sviluppo e l’innovazione.
- Sviluppare percorsi di formazione per l’acquisizione di competenze professionali trasversali, tecniche e specialistiche sul modello di un “apprendimento agricolo” tecnico-professionale.
Allo stesso tempo per ridurre la dipendenza dalla manodopera, sempre più difficile da reperire, occorre sviluppare ricerche e attività sperimentali per la robotizzazione delle tecniche colturali e l’implementazione di tecniche di agricoltura di precisione all’interno delle coltivazioni.