Una mobilitazione straordinaria e unitaria di agricoltori, lavoratori del settore e di tutto il mondo economico e politico del Nord Italia. Oggi sono scesi in piazza a Ferrara 300 trattori e oltre 5000 produttori provenienti da tutte le province dell’Emilia-Romagna, ma anche da Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, per chiedere risorse e azioni di sostegno concrete per un settore in crisi profonda. Insieme a loro anche un centinaio di agricoltori imolesi di Cia Imola, che ha aderito da subito alla mobilitazione, viste le tematiche di cruciale interesse per il settore.
La manifestazione, voluta e organizzata da Agrinsieme Ferrara – il coordinamento di Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – è iniziata con un corteo di trattori agricoli arrivati in città da tutta la provincia di Ferrara ed è proseguita con il lungo e animato corteo di agricoltori, occupati in agricoltura, rappresentanti dei sindacati, del mondo economico ferrarese e dei sindici del territorio, che ha percorso le vie della città fino alla piazza principale di Ferrara dove si sono tenuti i discorsi degli organizzatori e del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Tutti uniti per chiedere a gran voce, come era accaduto lo scorso 18 settembre, che vengano date risorse adeguate al settore agricolo, come ha ribadito nel corso della manifestazione anche Giordano Zambrini, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Imola.
“Abbiamo aderito da subito alla mobilitazione di Agrinsieme Ferrara – ha detto il presidente – per ribadire che il mondo agricolo sta attraversando due crisi senza precedenti: quella fitosanitaria causata dalla cimice asiatica e da altre gravi fitopatologie capaci di decimare intere colture frutticole e non solo e quella dei prezzi di mercato, che non coprono i costi di produzione sostenuti dalle aziende e non consentono di generare reddito. Un gap, quello dei prezzi, aggravato anche dai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti e dalla Russia, che hanno chiuso importanti sbocchi per l’export dei nostri prodotti. Poi, naturalmente, c’è la mancata valorizzazione delle materie prime agricole lungo le filiere, con gli agricoltori che sono il primo anello della produzione e l’ultimo in termini di riconoscimento di valore. Oggi a Ferrara eravamo in tanti a chiedere più risorse e azioni concrete per superare la crisi, perché gli agricoltori e chi è occupato nel settore non può farcela da solo ad affrontare una nuova annata agraria, senza liquidità e prospettive. Auspico, inoltre, che ci sia in futuro una maggiore unità del mondo agricolo, che dovrebbe rimanere coeso soprattutto in queste occasioni”.
E da Stefano Bonaccini, sono arrivate le prime risposte concrete alla piazza, a partire dall’impegno della Regione Emilia-Romagna, fino ai rapporti con l’Europa.
“Questa terra sta pagando un prezzo drammatico per la presenza della cimice che ha fatto gli stessi danni, in termini economici, del sisma che ha colpito l’Emilia nel 2012. Le istituzioni devono lavorare insieme a sostegno dell’agricoltura per sollecitare risposte a tutti i livelli. Come Conferenza delle Regioni – ha continuato Bonaccini – abbiamo già detto al Governo che gli 80 milioni promessi non bastano, vogliamo almeno il doppio di quelle risorse per avere un risarcimento più cospicuo, che sia davvero di sostegno per le filiere frutticole. Da pochi giorni, inoltre, le banche hanno accettato di prorogare il pagamento dei mutui, attualmente per un anno, ma noi chiederemo di raddoppiare il periodo per dare ossigeno e liquidità alle aziende. Poi, naturalmente, come presidente del Consiglio e delle Regioni d’Europa incontrerò tutti i parlamentari europei perché l’Europa stanzi un fondo straordinario, altre centinaia di milioni di euro, per coprire tutti i danni di quella che è una vera e propria calamità naturale. Ci avrete al vostro fianco – ha concluso Il presidente della Regione Emilia-Romagna – e vi garantisco che non ci dividerà la geografia o l’appartenenza politica, ma saremo insieme per combattere una lotta comune perché l’agricoltura rimanga un pezzo fondamentale della nostra economia”.