Febbre catarrale degli ovini (Bluetongue) da sierotipo BTV-8

Movimentazioni tra territori del nord Italia con pari status sanitario

La nota  della Regione Emilia-Romagna prot. n°1224703.U del 31/10/2024 introduce importanti modifiche nella movimentazione delle specie soggette all’infezione da virus della Bluetongue. Vista la diffusione a macchia di leopardo del virus sierotipo 8 nel nord Italia, si è deciso di costituire una zona omogenea di circolazione virale del BTV8 che comprende Emilia-Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Provincia di Trento. Da una parte questo consente la movimentazione senza vincoli, in queste regioni, di bovini ed ovicaprini, relativamente agli accertamenti per il BTV8, ma d’altra parte crea problemi per le movimentazioni della stessa tipologia verso le regioni situate al fuori di quelle comprese nell’accordo suddetto, vale a dire Marche, Toscana, Umbria, etc., che sono ancora “parzialmente indenni” dal virus della Bluetongue, sierotipo BTV8.

PSA, aggiornate le indicazioni ministeriali

Nota Min. Sal. n. 0030175-11/10/2024-DGSAF-MDS-P: trasmissione elaborazione
dei dati relativi ai focolai di peste Suina Africana notificati alla Commissione Europea al
09/10/2024:

Nota Min. Sal. n. 0040332-10/10-/2024-DGISAN-MDS-S “Peste suina
africana (PSA) – Misure di controllo negli allevamenti suinicoli. Aggiornamento e rimodulazione”
che proroga di ulteriori 30 giorni e modifica le misure di cui alla Nota ex DGSAF prot. n. 25539
del 21/08/2024, già prorogata con Nota ex DGSAF prot. n. 27652 del 16/09/2024:

Nota Regione Emilia-Romagna su movimentazioni suini:

Irene Priolo al Tavolo delle Associazioni imprenditoriali della provincia di Ravenna

La Commissaria all’emergenza nonché Presidente ad interim dell’Emilia-Romagna ha partecipato a un confronto sollecitato dal documento sottoscritto dalle associazioni sugli ultimi eventi meteorici

Irene Priolo, Presidente ad interim della Regione Emilia-Romagna e Commissaria all’emergenza per l’alluvione di settembre, e il Colonnello Carlo La Torre, responsabile commissariale per la ricostruzione privata per l’evento del 2023 hanno incontrato le associazioni del Tavolo provinciale delle Associazioni d’impresa di Ravenna, per un confronto sollecitato dal documento sottoscritto sugli ultimi eventi meteorici. Era inoltre presente lo staff tecnico della Regione Emila Romagna e il sindaco di Faenza Massimo Isola.

A fare gli onori di casa Mauro Neri presidente di Confcooperative Romagna, attuale coordinatore pro tempore del Tavolo, che ha ricevuto la presidente dell’Emilia-Romagna insieme ai rappresentanti delle 14 Associazioni d’impresa – Agci, Cia, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confimi, Confindustria, Copagri, Legacoop e Terra Viva – che compongono il coordinamento ravennate. Neri ha ribadito la grave situazione territoriale causata da un anno di episodi alluvionali e la necessità di un cambio di passo per affrontare il futuro.

“Ringrazio la Commissaria all’emergenza Priolo e il Col. La Torre per la loro presenza a questo Tavolo. Le Associazioni che lo compongono, tutte le rappresentanze d’impresa della provincia, si riuniscono periodicamente per condividere problemi e cercare soluzioni – ha esordito il coordinatore pro tempore. Dopo la terza alluvione che ha colpito il territorio e la zona di Ravenna in modo particolare, il Tavolo ha sentito l’esigenza di approfondire alcune problematiche e presentare alcune richieste alle strutture commissariali. Abbiamo chiesto misure straordinarie, tempestività e coordinamento al Governo, alla Regione e agli Enti locali e territoriali perché imprese e famiglie in questo territorio sono stremate”.

Il Tavolo ha sottolineato che dopo oltre un anno e mezzo il percorso appare ancora molto complicato anche dal punto di vista burocratico, con grandi difficoltà burocratiche nella presentazione delle domande e, di conseguenza, con risarcimenti arrivati in numero minimo rispetto agli alluvionati. Senza dimenticare il grave danno emotivo, l’insicurezza generalizzata, che rischia di paralizzare il territorio. Di qui l’importanza di velocizzare e rendere sicure le misure di risarcimento e di mettere in atto una progettazione per la sicurezza da concordare con i corpi intermedi, ribadendo che le soluzioni vanno ricercate con la collaborazione di tutti i soggetti in campo.

Dalla commissaria l’annuncio della volontà di aumentare il Contributo di Immediato Sostegno per chi ha subìto più volte danni da alluvione fino a 10.000 euro per i privati e fino a 20.000 euro per le imprese. È stato annunciato anche il vertice a Roma il 28 ottobre con il Generale Figliuolo per l’approvazione di un Piano stralcio da oltre 850 milioni, che interessa la Regione, i Consorzi di Bonifica e i Comuni.

La Commissaria Priolo si è resa disponibile a tornare ad incontrare il Tavolo non appena approvate le risorse economiche per un aggiornamento sull’avvio dei lavori programmati e urgenti sul territorio insieme alla struttura commissariale alla ricostruzione.

Corso obbligatorio gratuito di formazione sanità animale per operatori degli allevamenti suini

L’Ausl Emilia-Romagna sta organizzando dei corsi gratuiti per gli operatori degli allevamenti suinicoli, sulla sanità animale ai sensi del D.M. 6 settembre 2023.

Tale formazione sarà da conseguire obbligatoriamente per tutti gli operatori degli stabilimenti suinicoli entro il 31/12/2025.

Date previste per il corso :

FC il 23/24 Ottobre,  iscrizione entro 20/10

RA e RN  il 06/07 Novembre

Vi chiedo di divulgare l’informativa a tutti gli allevatori di suini .

Di seguito le mail di iscrizione divisi per provincia.

RA  caterina.senini@auslromagna.it 

RN  gaia.bertaccini@auslromagna.it

FC  veterinario.fo@auslromagna.it

Alluvioni, il Tavolo delle imprese della provincia di Ravenna chiede un cambio di passo a Governo ed enti locali

Le Associazioni d’impresa componenti il Tavolo provinciale di Ravenna ritengono che, a sedici mesi dalle prime alluvioni del 2023 che hanno devastato l’intera Romagna e a pochi giorni da un terzo catastrofico evento che ha di nuovo interessato con particolare violenza il territorio della provincia di Ravenna, le polemiche e le diatribe prettamente politiche a cui hanno assistito in questi giorni sulle rinnovate responsabilità di chi non avrebbe fatto o avrebbe fatto male, non siano rispettose delle sofferenze subite dalla comunità locale.
Il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna esprime profonda preoccupazione per le conseguenze delle recenti alluvioni che hanno di nuovo interessato il territorio romagnolo nel mese di settembre 2024. Questa ennesima calamità si abbatte su un territorio già provato dalle precedenti alluvioni, aggravando una situazione già disperata per molte imprese e famiglie che, ad oggi, si trovano in una condizione di incertezza e difficoltà.
In questo quadro, il Tavolo delle Associazioni d’Impresa della Provincia di Ravenna chiede prima di ogni altra cosa che si perfezioni la modifica del Decreto 32/2024 dell’Autorità di Bacino del Po nelle misure, che bloccano lo sviluppo edilizio nelle aree colpite dalle alluvioni, pregiudicando in maniera sostanziale la possibilità stessa di fare impresa. Modifiche che erano già state concordate ma di cui si sono perse le tracce.

È imprescindibile che vengano messi in atto interventi urgenti e concreti per sostenere le comunità colpite. Le famiglie e le imprese, già provate dai danni subiti nel corso delle precedenti emergenze, vivono oggi un profondo senso di sconforto e preoccupazione per il loro futuro. Questo richiede l’immediata attivazione di aiuti tempestivi e congrui, non solo attraverso lo stanziamento di fondi, ma soprattutto tramite procedure amministrative snelle e accessibili, che rendano effettivamente fruibili le risorse rese disponibili. Cosa che non è avvenuta fino ad ora. Un esempio concreto dei limiti attuali è rappresentato dalle procedure burocratiche previste dalle ordinanze del Commissario alla ricostruzione per le domande di rimborso da presentare tramite la piattaforma SFINGE. Un percorso, dati alla mano, che si è fin da subito rivelato tortuoso, complesso e pieno di cavilli e che, in oltre un anno, ha portato ad un numero troppo limitato di richieste presentate rispetto ai reali danni subiti. Anche le procedure per l’attivazione dei fondi SIMEST hanno manifestato modalità che, data la situazione, possono essere migliorate anche se, in questo caso, queste stesse hanno restituito percentuali maggiori di risposta in tempi più consoni a coprire i danni subiti ed a compensare i mancati ricavi causati dall’alluvione.
In contrapposizione, gli enti locali, tramite i primi CIS e CAS per i cittadini e successivamente con i bandi delle Camere di Commercio, hanno messo in campo strumenti rapidi ed efficienti, che hanno permesso di distribuire rapidamente le risorse, pur se limitate, disponibili a tali Enti.
Le imprese e le famiglie non possono essere costrette a subire ulteriori ritardi e difficoltà burocratiche nel momento in cui hanno bisogno di un sostegno concreto ed immediato. Sappiamo bene che la sola messa in disponibilità di fondi non è sufficiente se questi non vengono erogati rapidamente e senza ostacoli. Pertanto, chiediamo con forza che le procedure di accesso ai ristori siano semplificate, specialmente per le PMI, le famiglie e le persone che si trovano in maggiori difficoltà, fra cui senz’altro quelle che hanno subito l’alluvione due o tre volte.
Non possiamo permettere che la burocrazia rallenti o, peggio, ostacoli la ripresa. L’impegno al risarcimento del 100% dei danni, come promesso a suo tempo, deve essere onorato. In tempi straordinari servono procedure straordinarie
Ben conoscendo le complessità della macchina burocratica nel nostro Paese, sulla quale in tempi non sospetti le stesse Associazioni d’impresa hanno più volte richiamato alla semplificazione nelle procedure autorizzative, è necessario che dalla fase emergenziale (con il rispristino del pre-esistente) si passi alla ricostruzione vera e propria, con l’attuazione dei piani speciali di messa in sicurezza previsti dall’apposita legge. Questi dovranno essere attuati con strumenti e poteri speciali tipici della figura commissariale e nel proseguo (vista la scadenza della nomina attuale al 31.12.2024) che questa sia scelta con criteri più rispondenti alle esigenze specifiche ed al presidio territoriale. Inoltre, chiediamo al Governo di stanziare nella prossima legge di bilancio i 4,5 miliardi necessari per realizzare il Piano Speciale che ora è in bozza e per il quale anche questo tavolo aveva suggerito modifiche costruttive.

Tavolo dell’imprenditoria della Provincia di Ravenna

Venerdì 27 settembre, a Ravenna, si è riunito il Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria per fare il punto sulle calamità che hanno nuovamente colpito la Romagna. Per Cia Romagna erano presenti il presidente Danilo Misirocchi e il direttore Alessia Buccheri. Il Tavolo – composto da 13 sigle rappresentative dei settori di agricoltura, industria, commercio, artigianato, cooperazione e servizi – ha condiviso un documento i cui i punti salienti sono:

  • disappunto per la speculazione politica che c’è stata su quest’ultima alluvione;
  • necessità di interventi urgenti per mettere in sicurezza il territorio;
  • necessità di superare le procedure burocratiche che hanno rallentato tutti i percorsi di ricostruzione ed indennizzo fino ad ora;
  • necessità di una revisione e di una pianificazione diversa del territorio, dando priorità alle zone più colpite.

È stato constatato, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, che aziende e famiglie ad oggi o non hanno ricevuto nessun ristoro oppure hanno ricevuto cifre irrisorie, lontanissime dal 100% promesso.

Il presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi, sottolinea che “avere condiviso un’azione comune tra 13 sigle di rappresentanza è un passaggio importante che ci rende più forti nel chiedere alle istituzioni quell’accelerazione indispensabile per fare arrivare alle aziende i ristori del 2023, ma anche per evitare di ripetere gli errori del passato nella gestione delle calamità del 18/19 settembre 2024”. 

PAIR 2030: nuove restrizioni sulle attività di abbruciamento e spandimento per la qualità dell’aria

Dall’1 ottobre 2024 al 31 marzo 2025 sono in vigore le misure previste dalla Regione Emilia-Romagna per salvaguardare la qualità dell’aria. Sul sito di ARPAE https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/aria/liberiamo-laria/bollettino-misure-emergenziali da oggi è possibile consultare il bollettino emesso nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì entro le ore 11. Come potrete verificare per i prossimi due giorni non si prevedono sforamenti al limite del PM10.

In base al nuovo Piano regionale sulla qualità dell’aria (PAIR 2030) per i territori di pianura ovest, est e agglomerato di Bologna l’attività di abbruciamento è consentita:

  • per soli due giorni nel mesi di ottobre e marzo previa comunicazione. Dall’1/11 al 28/02 c’è il divieto totale, nessuna deroga.
  • per due giorni, nel periodo compreso dal 1° ottobre al 31 marzo di ciascun anno, solo se l’abbruciamento viene effettuato all’interno di una “zona montana o zona agricola svantaggiata”, previa comunicazione;
  • per le superfici investite a riso e a seguito di indicazioni emesse dall’Autorità fitosanitaria, nei mesi di ottobre e marzo, e nel periodo da ottobre a marzo solo se tali superfici ricadano in una “zona montana o zona agricola svantaggiata”

Le suddette deroghe per l’abbruciamento sono consentite solo nei giorni in cui non siano state attivate le misure emergenziali per la qualità dell’aria (bollino rosso) e non siano stati adottati provvedimenti di grave pericolosità per gli incendi boschivi ed esclusivamente in zone non raggiungibili dalla “viabilità ordinaria” ovvero da strade pubbliche e private percorribili da veicoli idonei alla raccolta dei residui vegetali.

L’attività di abbruciamento è consentita secondo le seguenti prescrizioni consultabili al seguente link: https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/foreste/gestione-forestale/abbruciamenti.

Per quanto concerne l’attività di spandimento dei liquami, questa è  possibile solo con le tecniche ammesse in situazioni emergenziali per la qualità dell’aria.

Pertanto,sono sempre consentite l’iniezione diretta al suolo e l’interramento immediato contestuale alla distribuzione con l’utilizzo di più attrezzature contemporaneamente operanti dell’appezzamento. Le tecniche di spandimento ammesse, in quanto assimilabili a quelle appena citate in termini di contenimento delle emissioni di ammoniaca in atmosfera, sono;

• Fertirrigazione con liquami diluiti (contenuto in sostanza secca minore del 2%) e frazione liquida chiarificata generata dal trattamento di separazione meccanica dei liquami e del digestato. Sono ammesse la microirrigazione (a goccia) e la subirrigazione;

• Spandimento a bande, operato da barre orizzontali provviste di tubi rigidi terminanti con una scarpetta metallica di distribuzione a contatto con la superficie del suolo, cd. trailing shoe;

• Su colture in atto, inclusi i prati, iniezione superficiale a solchi aperti a solchi chiusi, con solchi realizzati da erpici a denti o a dischi e liquame distribuito all’interno dei solchi;

• Iniezione diretta a solchi chiusi a profondità superiore ai 10 cm.

Daniela Zilli parla di “sanità” al Consiglio direttivo di Cia Romagna del 23 settembre

Il Segretario nazionale Anp-Cia Daniela Zilli ha illustrato la situazione del sistema sanitario pubblico in generale con un approfondimento, fra gli altri, sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Ha illustrato la situazione attuale delineando le prospettive future. Ha sottolineato, inoltre, le preoccupazioni, le criticità e le richieste dall’Associazione pensionati di Cia e le azioni da questa promosse. 

Dall’intervento della Zilli emerge che lo stato dell’arte del Servizio sanitario vede un definanziamento e indebolimento progressivo prima del 2020 al quale segue un “sussulto emergenziale” (pandemia) con molte promesse. La tendenza ora sembra far tornare ad un andamento pre-pandemico, che fa presagire un’erosione del Servizio sanitario pubblico.

La presentazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine, informa la Zilla, è stata rinviata a fine ottobre e al momento non si è a conoscenza di stanziamenti precisi per il 2025. Ci sarebbe l’impegno a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL entro il 2026

C’è preoccupazione in Anp-Cia per i provvedimenti su pensioni e sanità. La Legge di Bilancio 2025 vede tra le priorità per la Sanità: nuove assunzioni di personale medico (medici e infermieri); la questione delle liste d’attesa (le misure introdotte dal DL Schillaci sono tute da attuare e finanziare. L’Anp chiede misure organizzative e non punitive che risolvano le liste di attesa); nuovo innalzamento del tetto di spesa farmaceutica in particolare per far fronte all’aumento della spesa ospedaliera.

Anp denuncia l’affermarsi di diseguaglianze con persone che rinunciano o rinviano cure e persone che non affrontano altre spese perché devono curarsi. Dalla relazione emerge inoltre che c’è disparità anche per quanto riguarda l’aspettativa di vita, inferiore nelle regioni del Sud. In giugno Anp ha sottoscritto l’appello di un gruppo di scienziati mobilitatisi per salvare il Servizio Sanitario Nazionale: l’appello, fra le altre cose, mette in luce la disparità fra fasce della popolazione e fra regioni (in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione) e sottolinea che è dunque “necessario un piano straordinario di finanziamento del SSN, con specifiche risorse destinate a rimuovere gli squilibri territoriali, e che il SSN deve recuperare il suo ruolo di luogo di ricerca e innovazione al servizio della salute”.

L’Anp chiede una riflessione sul fatto che l’attuale assetto del sistema sanitario possa sostenere l’impatto dell’invecchiamento e nell’approfondire la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti Anp auspica che il Governo non ne consideri concluso l’iter.

L’ordine del giorno del Consiglio direttivo di Cia Romagna del 23 settembre era programmato da tempo e prevedeva un approfondimento sul tema “Sanità” con ospiti Daniela Zilli (segretario nazionale Anp-Cia) e Michele de Pascale (sindaco del Comune di Ravenna, Presidente della Provincia e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Romagna). Vista l’emergenza subentrata, l’ordine del giorno è stato integrato alla luce dei tragici eventi atmosferici che hanno colpito il territorio tra il 17 e il 19 settembre scorsi e la prima parte dell’incontro è stata dedicata a riflessioni e considerazioni su queste calamità. Come da programma, ha poi preso la parola Daniela Zilli.

Nuovo status di protezione del lupo, primo passo per una migliore gestione della specie

Maggiore flessibilità per affrontare la sempre più difficile coesistenza con le attività umane

Il Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera a fine settembre all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna, con cui si declassa la protezione del lupo da “rigorosa” a semplice. La proposta di modifica era stata avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2023 sulla base di analisi approfondite che mostrano come negli ultimi vent’anni le popolazioni di lupi siano notevolmente aumentate, andando ad occupare territori sempre più vasti. Si tratta senz’altro di un successo in termini di conservazione, reso possibile da una legislazione di tutela, da atteggiamenti più favorevoli da parte del pubblico e dal miglioramento degli habitat. Tuttavia questa espansione ha aumentato i conflitti con le attività umane, in particolare a causa dei danni al bestiame, generando una forte pressione su zone e regioni specifiche.

La nuova classificazione consentirà maggiore flessibilità per affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità locali, senza perdere di vista l’obiettivo giuridico generale di conseguire e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente della specie. Dal momento che la Convenzione di Berna è attuata mediante direttiva, resta salva la possibilità per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per lo status di protezione del lupo. Inoltre, viene specificato che la modifica dello status di protezione è specifica per il lupo e non può mettere in discussione la protezione di altre specie.

Il fatto che il lupo diventi specie tutelata anziché “rigorosamente tutelata” non incide sulla possibilità di accedere a finanziamenti dell’UE a sostegno della coesistenza e dell’attuazione di misure di prevenzione. Lo stesso vale per le norme sui regimi nazionali di aiuti di Stato autorizzati che mirano a compensare gli agricoltori delle perdite dovute ad attacchi di lupi.

“Serve un approccio condiviso a livello europeo per una gestione adeguata delle popolazioni di lupo, a protezione degli ecosistemi e nel rispetto delle peculiarità territoriali e delle esigenze locali – osserva Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna -. Auspichiamo che la nuova classificazione sia propedeutica a una modifica della direttiva habitat, per una gestione migliore della specie lupo nelle aree interne. Questo per Cia è un primo passo per il cambio di status nella protezione della specie. Il nostro obiettivo è una pianificazione razionale nella gestione del territorio a tutela della biodiversità. Solo così potremo riportare equilibrio nel rapporto fra attività agricola e fauna selvatica”.  

Gli avvistamenti di lupi sono stati numerosi durante l’estate anche in provincia di Rimini, in particolare attorno a Santarcangelo di Romagna. La presenza stanziale dei lupi nel territorio è documentata da oltre dieci anni “L’azione predatoria del lupo su molti allevamenti estensivi è diventata purtroppo insostenibile nel nostro Paese e i fenomeni di abbandono imprenditoriale rischiano di diventare una realtà anche nelle nostre zone – aggiunge il riminese Lorenzo Falcioni, vicepresidente vicario -. La protezione di una specie animale deve tenere conto anche della sostenibilità degli allevamenti, che vedono i capi costantemente sotto attacco e le aziende prive di indennizzi adeguati. Per questo sarà necessario innalzare ulteriormente il massimale per gli aiuti europei in regime de minimis, forte limite all’ottenimento dei risarcimenti alle aziende agricole. E’ urgente una seria azione di responsabilità, sia nel rispetto dell’ambiente e degli animali selvatici, sia nei confronti degli allevatori e degli agricoltori, veri custodi del territorio”. 

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