Ulteriori modifiche in tema cessione crediti bonus edilizi

In corso di approvazione la Legge di Conversione del DL 11/2023 che ha bloccato improvvisamente la possibilità di cessione/sconto in fattura dei crediti di imposta maturati a seguito di interventi edilizi. Il decreto sopra citato ha eliminato la possibilità di cedere (o applicare lo sconto in fattura) i crediti per gli interventi i cui lavori non fossero inizianti prima della data di entrata in vigore del decreto ovvero prima del 17/2/2023.
Di conseguenza tutti coloro che non avevano iniziato i lavori (anche relativamente a interventi minori) prima di tale data si sono trovati spiazzati e nell’impossibilità di cedere il credito anche qualora, pur non essendo ancora iniziati i lavori, avessero stipulato dei contratti o addirittura pagato acconti.
A seguito della conversione del DL 11/2023 diversi sono stati gli emendamenti alla legge di conversione che dovrebbe essere definitivamente approvata nei prossimi giorni senza sorprese. Ovviamente, si ripete, le misure sotto indicate potrebbero subire delle modifiche anche se, si ritiene, tale eventualità pare remota.
In sintesi le modifiche apportate dalla legge di conversione.

Decreto bollette: proroga termini tregua fiscale e crediti di imposta

Pubblicato recentemente il cd. “Decreto Bollette” nel quale sono stati prorogati alcuni termini della cosidetta Tregua Fiscale (al momento, non è prevista alcuna modifica dei termini relativamente alla cosidetta rottamazione quater le cui tempistiche per l’adesione restano fissate al 30/04/2023) e sono state estese al secondo trimestre 2023 le agevolazioni già riconosciute per il 2022 / primo trimestre 2023 per energia elettrica e gas con percentuali più ridotte rispetto a quelle riconosciute per il primo trimestre 2023.

Di seguito maggiori informazioni.

Agricoltura nelle aree interne, impresa sempre più ardua

Fra burocrazia, costi certi e sempre più elevati, selvatici e mancanza di reddito stanno scomparendo attività storiche

Cia – Agricoltori Italiani da sempre sostiene la necessità di mantenere vive le attività del comparto agricolo nelle aree interne collinari e montane, per supportarne l’economia, conservare i servizi, contrastare lo spopolamento e contribuire alla tutela del territorio.

Si tratta di territori fragili con svantaggi di natura geografica o demografica, distanti dai servizi essenziali e troppo spesso abbandonati a loro stessi pur essendo ricchi di importanti risorse ambientali e culturali. Fonti ministeriali ci dicono che coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie del territorio nazionale, il 52% dei Comuni ed il 22% della popolazione.

Una delle prime necessità di queste zone è quella di potervi ancora abitare e lavorare, oppure tornare, anche a lavorare. La situazione però sembra complicarsi sempre di più. Le istituzioni interessate alla promozione, alla tutela della ricchezza del territorio e delle comunità locali, alla creazione di opportunità occupazionali – almeno per quanto riguarda l’agricoltura – sembrano andare in un’altra direzione. Leggi e burocrazia sembrano fatte per ostacolare il lavoro più che per sostenerlo e contenere quindi lo spopolamento. “In cinque anni la burocrazia è quintuplicata:  richiedeva un paio d’ore a settimana, ora servono due giorni sottraendo tempo alle operazioni nei campi o nelle stalle che vanno fatte quando serve, non se e quando si può. Le piccole aziende o verranno inglobate dalle grandi o chiuderanno”, afferma Matteo Cesarini, presidente del consiglio territoriale di Cia Novafeltria.

Per chi potrebbe suggerire l’assunzione di operai la risposta è che “i conti” non tornano. A problemi si aggiungono problemi, fino a uno degli ultimi, che si verifica da un paio d’anni e ora è peggiorato: le aziende non riescono a vendere nemmeno un cereale. A fronte delle continue notizie che passano nei mass media sulla carenza di grano, Matteo Cesarini, e come lui altri, il grano ce l’ha, ma non lo compra nessuno. “Siamo passati da venderlo a costi molto inferiori a quelli di produzione che si aggirano intorno a 36 euro al kg, a non riuscire a venderlo. Ho 400 quintali di grano tenero biologico in casa. I media dicono che il grano manca. Le industrie nemmeno rispondono alle nostre proposte di vendita”.

C’è disorientamento. Le parole di Cesarini – 37enne che da sempre lavora nell’azienda familiare a Pennabilli, alla quarta generazione, e da circa 15 ne è titolare e la conduce con il padre e lo zio – trasmettono scoramento: quello di chi in questi luoghi ha investito tutto per il proprio progetto di vita e di lavoro in agricoltura e ora, fra le difficoltà a vendere il prodotto, le spese (che aumentano), il peso della burocrazia, le frane, i selvatici, non sa più cosa inventare. La soluzione arriverà da sola, sostiene Matteo Cesarini, in maniera tanto cruda quanto efficace: “Faccio un esempio: servirebbero piccoli invasi per chi ha le stalle, ma in questa zona si risolverà da sola la questione dell’approvvigionamento idrico, perché di stalle ne saranno rimaste una decina, vanno scomparendo e così sparirà anche il problema”.

Le aziende agricole in Valmarecchia, come in tutta la collina romagnola, stanno chiudendo. Il problema non è solo degli agricoltori. “L’attività produttiva agricola viene considerata frequentemente in una prospettiva negativaafferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagnafatta male a prescindere. Siccome non è così, anzi è un’opportunità economica e di tutela del territorio, occorre uno sforzo culturale di sistema per andare oltre i preconcetti e per creare veramente quelle opportunità di vita e di sviluppo così necessarie per tutti”.

Manodopera/Chi viene in Italia per lavorare è un’opportunità – Le proposte di Cia Romagna

Cia Romagna chiede di ridurre la burocrazia e norme applicabili e sostenibili che aiutino l’inserimento delle persone e l’impresaLe proposte

La reperibilità della manodopera in agricoltura è, e sarà, ancora un problema importante e sempre più sentito: alcune aziende stanno rinunciando ad investimenti per mancanza di operai e di operai specializzati.

Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna, torna a parlare dell’argomento e sottolinea: “Riteniamo che i decreti flussi siano stati insufficienti e intempestivi. Cia esprime apprezzamento per l’uscita anticipata in questo periodo, però l’applicazione prevista dopo 60 giorni è di nuovo fuori tempo”.

Anche sull’incremento del numero di persone in carico alla gestione delle organizzazioni professionali Cia si esprime positivamente, ma precisa che sono comunque insufficienti. Inoltre, Cia ritiene che il click day non sia lo strumento giusto: “Un tema così importante come quello del lavoro non può essere abbinato a una “lotteria” – sostiene Misirocchi – Non ci sembra serio come metodo”.

L’argomento della manodopera in agricoltura è complicato e complesso. Le storie bisognerebbe conoscerle tutte. Le aziende, pur scontrandosi con norme disincentivanti e una burocrazia infinita, fanno anche più di quanto considerato necessario dalle normative per agevolare e aiutare i lavoratori affidabili nei loro percorsi di orientamento e inserimento.

Partendo dal presupposto che gli operai in agricoltura sono prevalentemente extracomunitari, Cia Romagna ha articolato una serie di proposte:

1) revisione delle normative sul lavoro, puntando oltre che sulla tempestività dei provvedimenti sulla semplificazione delle riconversioni senza limitare i flussi a un certo periodo di tempo perché in agricoltura la manodopera occorre tutto l’anno.

2) Serve un secondo livello di accoglienza, che accompagni il percorso del lavoratore verso l’autosufficienza, aiutandolo a superare i molti scalini normativi in parte contorti in parte contradditori fra i quali è difficile districarsi.

3) Andrebbe semplificato e favorito il ricongiungimento familiare per tre motivi:

– umano, perché tutti tendiamo a voler stare con la nostra famiglia;

– economico, perché chi guadagna nel nostro territorio spende nel nostro territorio;

– per fidelizzare il lavoratore: chi si stabilisce con la famiglia è meno portato a spostarsi in altri Paesi d’Europa.

4) Formazione, né in capo al lavoratore né in capo all’azienda, ma pubblica. Il lavoratore non ha le disponibilità economiche necessarie quindi se ne fa carico l’azienda. Si stanno però verificando forme di sciacallaggio fra imprese per poter fare affidamento su operai già formati e l’impresa che ha investito per qualificare il lavoratore si trova pure senza. Ci sono risorse europee dedicate che non sempre vengono utilizzate al cento per cento e vanno restituite. Formazione non solo professionale ma anche linguistica, per le abilitazioni collegate ai corsi sulla sicurezza, all’uso delle macchine agricole, ai patentini fitosanitari; formazione sulla cultura del lavoro (organizzazione, struttura, responsabilità, diritti, doveri) per far conoscere il nostro approccio che è diverso da quello di chi arriva da altri continenti.

Tutto quanto sopra esposto presuppone di iniziare a distinguere fra chi viene in Italia per lavorare e chi no: “Chi viene per lavorare è un’opportunità perché noi abbiamo bisogno di lavoratori – conclude Misirocchi – Abbiamo bisogno di farli lavorare in maniera dignitosa, occorre semplificare l’abnormità di burocrazia e gli innumerevoli adempimenti e servono norme, applicabili e sostenibili, che aiutino l’inserimento di queste persone e l’impresa”.

Guarda anche il servizio TV della trasmissione “A cielo aperto”, puntata del 19 febbraio 2023. Clicca il seguente link https://www.youtube.com/watch?v=DUQIF_ASnp4&t=3s

Etichettatura ambientale dei prodotti agroalimentari – Questionario

Nell’ambito del PNRR, il Santa Chiara Lab, Centro di ricerca dell’Università di Siena, sta svolgendo un progetto di ricerca inerente l’etichettatura ambientale dei prodotti agroalimentari. Sono interessati a conoscere l’orientamento delle aziende agroalimentari verso le etichette ambientali fronte pacco, nonché i vantaggi ed i limiti percepiti in relazione alle stesse.

Al fine di ottenere risultati quanto più rappresentativi del contesto agroalimentare italiano, il Centro di ricerca ha elaborato un questionario online da diffondere alle nostre imprese associate. 

Il link al questionario è:http://https://it.surveymonkey.com/r/NRVCKT8

Stop all’opzione per sconto in fattura/cessione del credito

Il provvedimento sancisce, dall’oggi al domani, il “blocco” delle opzioni per lo sconto in fattura/cessione del credito relativamente alle detrazioni spettanti per gli interventi edilizi/di risparmio energetico.
Le nuove disposizioni hanno effetto immediato in quanto trovano applicazione a decorrere dall’entrata in vigore del Decreto Legge 16 febbraio 2023 n. 11, ossia dal 17.2.2023.

Progetto di rete tra Aziende Agricole e Agriturismi

Per gli agricoltori soci CIA che effettuano vendita diretta dei prodotti e a tutti gli Agriturismi del territorio Romagna

CIA Romagna intende raccogliere in un unico elenco tutti i nominativi degli agricoltori con i relativi indirizzi e prodotti, in modo da creare una rete tra produttori e agriturismi associati CIA. Obiettivo, dare maggiori opportunità di vendita agli agricoltori e agevolare la reperibilità di alcuni prodotti del territorio agli agriturismi, che non sempre riescono a trovare alcune tipologie di prodotto locale da offrire ai clienti.

Oltre a questo c’è la possibilità di poter stringere degli accordi tra diverse realtà per prevedere eventi in agriturismo per la promozione dei prodotti del territorio, di produzioni particolari, di degustazioni di vini o altro che possa essere ideato in ottica di collaborazione tra aziende.

Vi chiediamo di contattare i propri responsabili di zona e/o Elisa Neri elisa.neri@cia.it tel. 0546681020 al fine di popolare l’elenco come sopra descritto.

In particolare i dati richiesti sono:

– Nome azienda

– Referente aziendale

– Indirizzo

– zona di riferimento sul territorio CIA

– n. di telefono

– indirizzo e-mail

– eventuale sito o pagine web

– elenco dei prodotti proposti e periodo (se stagionale)

Si allega di seguito un file excel da compilare con tutti questi dati.

Oltre a questo vi chiediamo espressamente l’autorizzazione a poter divulgare questi dati alle aziende agrituristiche che ne facessero richiesta, al fine di essere contattati direttamente per la vendita dei prodotti. Il testo da utilizzare è: “Autorizzo CIA Romagna servizi e CIA Romagna alla divulgazione dei dati da me indicati in questa comunicazione al solo fine di essere eventualmente contattato da agriturismi o altre aziende interessate ad acquistare i miei prodotti”.

Se disponibile, si suggerisce di inviare anche una brochure o piccola presentazione aziendale, in modo da allegare eventualmente anche questa nella divulgazione.

C.I.A. EMILIA ROMAGNA – VIA BIGARI 5/2 – 40128 BOLOGNA BO – TEL. 051 6314311 – FAX 051 6314333
C.F. 80094210376 – mail: emiliaromagna@cia.it PEC: amministrazione.er@cia.legalmail.it

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